Exhibitions

FORGET ABOUT IT

Verso la fine degli anni Novanta usciva nelle sale cinematografiche Donnie Brasco, filmambientato nella Manhattan degli anni Settanta, dove un agente dell'FBI decide dichiedere l'aiuto di un vecchio amico criminale, Lefty Ruggiero, per infiltrarsi in unacosca mafiosa. "Che te lo dico a fare" è l'iconica frase pronunciata da un Al Pacinoche riesce a offrire il proprio giudizio su ciò che succede in queste cinque sempliciparole. E queste cinque semplici parole sono le linee guida del lavoro di Tineo, checon sarcastica spontaneità, mette a nudo sistemi e istituzioni ben codificati. Un lavorodi denuncia al limite tra legalità e illegalità, che non trascende nulla se non l'auraprofana e profetica, della povertà stessa dei materiali da cui trae origine.

                                                                                                                          Giuseppe Stornello

HAPPY ENDING

Happy Ending nesce dal concetto di voler raggirare la morte attraverso l'irriverenza e l'ironia del gesto.

L'artista invita il fruitore a spostare il punto di vista sulle cose aumentando la complessità e l'ambiguità del reale.
In quest'occasione ha deciso di tappezzare il paese di Comiso con i manifesti funebri riportando la dicitura "Gli amici e la famiglia non daranno l'estremo saluto perché hanno trovato debiti sul suo conto corrente e non ne piangono la triste scomparsa".
La galleria ha ospitato l'intervento singolo dell'artista che testimonia l'accaduto senza lasciare alcun comunicato stampa per concentrare l'attenzione sul singolo gesto.
 

MOVE TO TRASH

La mostra intende sdrammatizzare l'aspetto composto che riveste la cerimonia, mettendone in evidenza la reale identità con forte spirito ironico e pungente.

Gli artisti in mostra mettono coraggiosamente a nudo il volto nascosto delle cerimonie attraverso un'accurata selezione di scatti dove viene esaltato il gesto spontaneo dei soggetti nella loro istintiva modalità espressiva che talvolta si allontana dagli stereotipi e dalle convenzioni sociali a cui si è sottoposti giornalmente, trasmettendo all'osservatore un'amabile sensazione di intima verità.

Ispirandosi a fotografi del calibro di Martin Parr o Ian Weldon nasce il progetto fotografico Move to Trash.

Una fotografia potente e contemporanea che celebra la voglia di distaccarsi dallo stato di idealizzazione e di perfezione che la cerimonia rappresenta. Scatti energicamente lontani dall'idea dell'apparire "soggetto ideale", oggi più che mai smodatamente propinato dai social e dai numerosi talk show ridondanti di cliché.

Le opere dei fotografi presenti alla mostra mirano con audacia a far riflettere su quanto possa essere più originale e personale il gesto spontaneo dell'uomo, permeato di empatia e disarmonia, piuttosto che l'illusione fredda e distaccata di un atto programmato e impersonale che protende verso una realtà utopica poco legata ai valori sensibili della poetica umana.

© 2021 neroartgallery. Via Generale Cascino, 63 Comiso 97013 (RG)
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